La vera storia di Emily Rose

Il celebre film The Exorcism of Emily diretto da Scott Derrickson ed uscito nel 2005 negli USA, ha preso ispirazione da una storia realmente accaduta in germania negli anni '70.



Anneliese Michel  è stata una giovane tedesca che si riteneva fosse posseduta e che si sottopose a riti di esorcismo, nonostante la Psychiatric Clinic Würzburg di Würzburg le diagnosticò una depressione seguita da attacchi di epilessia, da trattare con dei farmaci.



La vita.

Cresciuta in una città della Baviera, in una famiglia cattolica di ceto medio-basso, nel 1968 Anneliese iniziò a soffrire di convulsioni che la tormentarono durante gli anni della scuola superiore. All'inizio si sottopose a visite mediche e le fu diagnosticata una forma di epilessia.
Tra i problemi accusati dalla ragazza vi erano paralisi degli arti, rigidità improvvisa del corpo e l'impossibilità di parlare.
Riprese tuttavia gli studi e nel settembre 1973 si iscrisse all'università di Würzburg per realizzare il suo sogno di diventare insegnante elementare.
I genitori di Annaliese si rivolsero alla Chiesa, convinti che la loro figlia fosse posseduta dal maligno. In un primo tempo non le venne praticato l'esorcismo ma fu invitata a diventare più devota.
Questo convinse la ragazza che ciò che le accadeva fosse colpa dei suoi peccati e di quelli che le stavano vicino.
Venne ricoverata in ospedale, dove i continui attacchi che subiva convinsero i medici a somministrarle tranquillanti e sottoporla ad alimentazione forzata.
Dopo cinque anni di lotta contro questi fenomeni, sempre sotto la cura di farmaci, i genitori iniziarono a ricercare qualche religioso che potesse praticarle un esorcismo.
Perché l'esorcismo potesse esser ordinato, la Chiesa aveva bisogno di dichiarare la ragazza come realmente posseduta. Ciò avvenne nel settembre 1975 ed il vescovo Josef Stangl scelse come esorcisti il parroco Ernst Alt e padre Arnold Renz. Secondo i due esorcisti si sarebbero manifestati sette demoni tra cui Lucifero, Giuda, Legione e Belial.
L'esorcismo proseguì per quasi 10 mesi, da settembre 1975 a giugno 1976. Durante le varie sedute furono scattate numerose foto e venne registrato un nastro di circa un'ora e mezza di durata in cui si sentirebbe Anneliese parlare con voce "demoniaca" in più lingue (oltre il tedesco, lingua madre, avrebbe parlato in latino, greco, aramaico e altre lingue antiche), molte volte sdoppiando la voce in due distinte.
Durante tutto il periodo la giovane perse peso perché si rifiutava di mangiare e bere a causa dei "demoni" i quali glielo impedivano. Questo portò ad un indebolimento ed alla debilitazione del suo corpo, martoriato dalle lesioni autoinflitte.
Nei momenti di lucidità Anneliese non faceva altro che pregare e le continue genuflessioni le causarono la rottura di entrambe le ginocchia. Durante il rito di esorcismo Anneliese mostrava una forza impressionante, tanto che, in alcune sedute, per tenerla ci vollero parecchi uomini forti.
Il rito avveniva generalmente tre volte a settimana.. Gli esorcismi furono in totale 12.



La mezzanotte del 1º luglio 1976 Anneliese, morì a soli 24 anni. Prima di morire chiese al prete di pregare per lei; le ultime parole andarono alla madre alla quale chiese scusa. L'autopsia rilevò come causa della morte la forte debilitazione causata da malnutrizione e disidratazione (quando morì pesava 30 kg).


Secondo gli agenti che svolsero le indagini e i medici che si occupavano del caso, un'alimentazione forzata tramite flebo avrebbe potuto salvare la vita della giovane. I genitori, il parroco e l'altro prete furono indagati per omicidio colposo. Il processo iniziò a marzo 1978 e si concluse con la condanna dei due chierici e dei genitori a 6 mesi di reclusione con la condizionale.

Prima dell'inizio del processo i genitori chiesero di riesumare il corpo della figlia, in seguito a una lettera che una suora Carmelitana mandò ad essi, parlando loro di una visione in cui il corpo della figlia, a distanza di quasi due anni dalla morte, non si era deteriorato.  Nonostante la salma sia stata riesumata non esiste nessuna foto pubblica del corpo che venne definito "decomposto come qualsiasi altro corpo".
Ora la tomba di Anneliese si trova vicino alla sua casa natale ed è continua meta di pellegrinaggio.

Ciò che portò la giovane a credere di essere posseduta era per certo la sua forte religiosità. Ella pensava e dichiarò in più lettere che: Gesù e la Madonna le avevano confessato che "lei soffriva ed espiava per gli altri, per salvarli".



Nata e cresciuta, infattim in una famiglia cattolica, quando Anneliese aveva solo 4 anni, ad esempio, sua madre partorì una figlia illegittima morta a 8 anni in seguito ad un'operazione. Probabilmente Anneliese si sentiva in dovere di espiare anche le colpe della madre.

Dopo i primi attacchi di convulsioni e le prime visite mediche le fu diagnosticata un'epilessia del lobo temporale che, secondo i medici, le provocava sia le convulsioni che le visioni. È inoltre assodato dalla medicina che alcuni farmaci, soprattutto quelli usati nel passato, che agiscono direttamente sul cervello, possono provocare allucinazioni in certi pazienti: questo e la psicosi che secondo i medici affliggeva la ragazza furono la spiegazione di ciò che Anneliese vedeva e delle sue "possessioni".

L'accusa di omicidio colposo per i quali furono riconosciuti colpevoli i due preti e i genitori della ragazza, viene giustificata dalla decisione di questi e della ragazza di abbandonare la medicina tradizionale per usare rimedi alternativi. Tale scelta fu presa dalla ragazza in accordo con i genitori e i sacerdoti in quanto la cura medica non si era rilevata efficace e le sue condizioni e i suoi sintomi peggioravano col tempo.
 Secondo l'accusa, se la ragazza avesse continuato la cura e le fosse stata imposta l'alimentazione forzata tramite flebo, si sarebbe salvata o comunque, in caso di morte, i genitori e i sacerdoti non sarebbero potuti esser incolpati.


E voi che tesi sostenete? Siete dalla parte della chiesa o della scienza?
A presto MissPrice.


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