Che altro dire: Charles Manson
Charles Manson nacque il 12 novembre 1934 a Cincinnati (Ohio). Sua madre, Kathleen Maddox, conduceva una vita sregolata e aveva sedici anni quando diede alla luce il figlio. Dopo avere convissuto per un certo periodo con un tale William Manson (da cui Charles ricevette il cognome), la Maddox continuò nella sua vita irregolare, compiendo anche reati gravi che le procurarono la carcerazione per qualche anno. Durante il periodo della detenzione, il figlio andò ad abitare con degli zii in West Virginia, poi dal 1942 seguì la madre nelle sue peregrinazioni per motel fino al 1947, anno in cui venne inserito in un istituto per l’infanzia in Indiana.
Dimostratosi ribelle alle regole in vigore nella scuola, scappò, cominciando a compiere furti d'auto e rapine in negozi, reati per i quali trascorse qualche settimana in un istituto di correzione; dopo altri crimini venne mandato all’Indiana School for Boys. Fuggito anche da quell’istituto di rieducazione, Manson compì il suo primo reato federale a sedici anni, trasportando oltre confine un’auto rubata.
Il giovane fu ospite dei riformatori del Natural Bridge Honor Camp, del riformatorio federale di Petersburg (Virginia) e di quello di Chillicothe in Ohio, nei quali alternò tentativi di fuga e aggressioni a periodi di buona condotta. Al Natural Bridge Honor Camp perse l’opportunità della libertà condizionata per avere sodomizzato un giovane detenuto puntandogli una lama alla gola.
Ottenuta la libertà condizionata a metà del 1954, tornò a vivere dai parenti in West Virginia e lì conobbe un’infermiera, Rosalie Jean Willis, con cui si sposò. Assieme a qualche lavoretto regolare come benzinaio e parcheggiatore, continuò la propria carriera delinquenziale insistendo nel furto di auto e nel loro trasporto oltre il confine di stato. Per il reato federale venne arrestato in California, ma le capacità oratorie e di convincimento di Manson e la condizione della moglie che lo accompagnava, in stato di gravidanza, riuscirono ad ammorbidire lo psichiatra che lo esaminava e che suggerì al giudice la libertà vigilata, misura a cui il malvivente non si sottopose dileguandosi per l’ennesima volta. Riacciuffato, venne spedito nel penitenziario di Terminal Island per scontare una pena di tre anni.
Durante gli anni trascorsi dietro le sbarre, in particolare a McNeil Island, Manson ebbe occasione di costruirsi un bagaglio culturale inquietante, necessario negli anni successivi per elaborare e mettere in pratica i perversi disegni criminali e per controllare e manipolare le persone con cui veniva a contatto. Studiò negromanzia, magia nera, esoterismo massonico, chirosemantica, scientologia, motivazione subliminale e ipnotismo. In carcere imparò da un detenuto a suonare la chitarra, e nell'ultimo periodo di detenzione si dedicò in modo ossessivo alla musica e alla composizione di canzoni.
Una volta rilasciato su cauzione nel marzo 1967 e uscito, decise di divenire un musicista hippy, mettendo a frutto le capacità musicali acquisite in carcere.
Si trasferì a San Francisco dove raccolse intorno a sé un gruppo di giovani – in particolare di sesso femminile – soggiogati dal suo carisma, dalla sua chitarra e dalle sue capacità oratorie. Reclutò fra le prime Mary Brunner, Lynette “Squeaky” Fromme, Patricia Krenwinkel, Susan Atkins (alle quali si sarebbero aggregate l’anno successivo Sandra Good e Leslie Van Houten) che gli sarebbero rimaste a fianco ben oltre le macabre notti estive del 1969. Alla brigata si unirono anche Bruce Davies e Bobby Beausoleil. Per la fine del 1967 il gruppo si mise a vagabondare per la California a bordo di un autobus scolastico dipinto di nero.
Presero il nome di The Family, o anche The Manson Family, sebbene Manson abbia sempre negato di aver dato quel nome al gruppo. L'uomo riuscì a raccogliere un cospicuo numero di adepti, circa cinquanta persone: molti di loro erano ragazzi che avevano avuto una vita dura come Charles, con problemi familiari e spesso era disadattati sociali. Manson era da questi considerato un leader religioso oltre che morale: affermava infatti di essere la reincarnazione di Gesù Cristo e di Satana. Oltre che dalla connotazione religiosa, il suo gruppo differiva dalle "comuni" hippy per il palese e dichiarato disprezzo che nutriva nei confronti dei neri. Manson profetizzava, infatti, che ci sarebbe stata una guerra interrazziale che avrebbero visto prevalere i neri; ma essendo questi inferiori rispetto ai bianchi da cui avevano appreso tutte le loro conoscenze, non avrebbero potuto mantenere il potere e a quel punto i prescelti della Famiglia avrebbero assunto il comando.
Il gruppo sopravviveva grazie a furti e altre attività criminali. Tra una rapina e l'altra, i membri della setta suonavano la chitarra, praticavano sesso di gruppo e facevano uso di stupefacenti, in particolare hashish e LSD.
Le loro attività criminali con il tempo non si limitarono ai furti, ma si estesero agli omicidi. Manson fondò anche un movimento ambientalista chiamato ATWA (acronimo di "Air, Trees, Water, Animals"), che si batteva per salvaguardare la natura e le sue creature e del quale facevano parte alcuni membri della "Famiglia".
L'uomo voleva diventare un musicista famoso come i suoi idoli e nell'estate del 1968 tentò di realizzare il suo sogno musicale, recandosi in uno studio discografico di Los Angeles, con il supporto economico di Dennis Wilson, batterista dei Beach Boys. L'insuccesso non fece altro che accrescere l'ossessione di Manson di diventare un musicista. Un suo brano, Cease to Exist, fu nuovamente arrangiato dai Beach Boys e inserito nell'album 20/20 (1969) con un nuovo titolo (Never Learn Not to Love), testi modificati e un differente bridge, cosa che suscitò in Manson non poca rabbia nei confronti dell'ex amico.
Il 9 agosto 1969, Charles pianificò e realizzò un'intrusione a Cielo Drive, un ricco quartiere di Los Angeles, con l'obiettivo di penetrare nella villa al momento abitata da Roman Polanski e Sharon Tate ( attrice e moglie del regista, incinta di otto mesi) e, quella sera, frequentata anche da alcuni loro amici.
La villa era di proprietà di Terry Melcher, artista e produttore musicale, nonché figlio di Doris Day, che aveva espresso inizialmente interesse nei riguardi di alcune canzoni composte da Manson, ma che successivamente si era rifiutato di scritturarlo come musicista per la Columbia Productions. La villa, quindi, divenne per Charles il simbolo di tutti coloro che l'avevano rifiutato. Egli si era recato, infatti, in quella villa, tempo addietro col desiderio di incontrare nuovamente Melcher per fargliela pagare, ma era stato allontanato da un fotografo amico della Tate che gli aveva rivelato che la villa adesso apparteneva ai coniugi Polanski. Manson ebbe comunque modo di vedere per alcuni secondi una delle future vittime della sua follia omicida.
La notte in cui si consumarono gli omicidi, Polanski non era presente: si trovava infatti a Londra per motivi di lavoro (aveva appena finito di girare Rosemary's Baby). Non è mai stato accertato se Manson aspettasse in auto o se rimase nel ranch dove risiedeva l'organizzazione; coloro che materialmente eseguirono gli ordini furono Charles "Tex" Watson (a cui Manson diede il comando dell'operazione stragista), Susan Atkins, Patricia Krenwinkel e Linda Kasabian. Questi si diressero verso la villa armati di coltelli, un revolver e una corda di nylon lunga 13 metri. Giunti sul posto, i quattro tagliarono i fili del telefono per impedire che venisse dato l’allarme. A eccezione di Linda Kasabian, che doveva coprir loro le spalle, gli altri tre scavalcarono la recinzione che circondava il parco della villa. In quel momento si accingeva a uscire in macchina un amico in visita al guardiano della villa, Stephen Earl Parent, il quale venne ucciso immediatamente a colpi di revolver da Tex Watson. Entrati nella villa, i membri della "Famiglia" non ebbero nessuna pietà.
Il primo a morire fu il parrucchiere Jay Sebring, che implorò di lasciar in vita Sharon Tate in quanto incinta, ma venne ferito con un colpo di revolver all'ascella e finito con una serie di coltellate. La successiva vittima fu Voityck Frykowski, che venne accoltellato da Susan Atkins. Stessa sorte anche per la Folger, accoltellata ripetutamente. L'ultima vittima fu Sharon Tate, 26 anni, incinta di otto mesi. Con uno straccio intriso del sangue dell'attrice, la Atkins scrisse sulla porta da cui avevano fatto irruzione "PIG": maiale è anche il termine statunitense con cui si designa in tono spregiativo un poliziotto, e Piggies è il titolo di una canzone dei Beatles. Sullo specchio del bagno venne scritto Helter Skelter: l'espressione inglese che indica i grandi scivoli di forma elicoidale dei luna park, e che fu interpretata da Manson come "arrivo del caos" e "fine del mondo", anche questa è il titolo di una canzone dei Beatles.
Non ci furono sopravvissuti alla strage.
I massacri dell'organizzazione non si placarono e il giorno seguente vennero uccisi l'imprenditore Leno LaBianca e sua moglie Rosemary: i due furono colpiti da più di quaranta colpi alla testa con una forchetta. Sulle pareti venne scritto “Death to Pigs” (Morte ai maiali) col sangue delle vittime e sul frigorifero in cucina venne invece scritto, con una storpiatura grammaticale, "Healter Skelter". Il cadavere di Leno LaBianca fu ritrovato con un forchettone conficcato nello stomaco.
Un'ulteriore vittima di Manson fu un insegnante di musica, Gary Hinman, che qualche mese prima aveva dato ospitalità alla Family finendo, poi, per cacciarli. Anche Hinman venne accoltellato: sulla parete venne tracciata la scritta "Political Pig"]; tali scritte vennero ordinate da Manson ai suoi seguaci per cercare di depistare le indagini e far accusare dell'omicidio i neri.
L'ultimo assassinio attribuito a "The Family" fu quello di un membro stesso della setta, Donald Shea (soprannominato "Shorty"), colpevole di aver sposato una donna nera e di tramare lo sfratto della banda di Manson dal rifugio dello Spahn Ranch – ma più probabilmente per essere a conoscenza di elementi che riguardavano le due stragi Tate-LaBianca.
Il 26 agosto 1969, dopo l’omicidio, il suo cadavere fu fatto a pezzi e questi vennero impacchettati e seppelliti nel letto di un torrente.
L'attività criminosa della "Famiglia" continuò incontrastata per altri mesi, fin quando l'avvocato Vincent Bugliosi riuscì, dopo molte indagini, a trovare le prove che incastravano Manson. Inoltre alcuni seguaci lo tradirono; testimone chiave nel processo fu Linda Kasabian, la ragazza che ricoprì il ruolo di "palo" la sera del 9 agosto 1969. L'uomo venne così arrestato per quello che venne ricordato come Il caso Tate-LaBianca e venne accusato di essere il mandante degli omicidi.
Nel 1970 cominciò il processo contro Charles Manson. Egli si presentò con una X incisa sulla fronte: in seguito, dopo diversi anni di prigione, Manson stesso modificò l'incisione sulla fronte facendola diventare una svastica. Il processo è entrato nella storia degli Stati Uniti per la sua incredibile lunghezza. Charles non confessò gli omicidi della sua banda, né di altre azioni criminali; Susan Atkins rivelò che Manson aveva in programa di uccidere in seguito nomi noti nello show business come Liz Taylor, Steve McQueen, Richard Burton e Frank Sinatra, pur non avendo prove materiali a sostegno.
Il 29 marzo 1971 il processo si chiuse con la condanna a morte di tutti i componenti della "Famiglia", ma nel 1972 lo Stato della California abolì la pena di morte e Manson e la sua setta vennero spostati dal braccio della morte al carcere, con pena commutata in ergastolo.
Il 25 maggio 2007, presso il carcere di Corcoran, l'undicesima udienza richiesta da Manson per ottenere la libertà vigilata è stata respinta. L'uomo, 72 anni a quel tempo (di cui quarantadue trascorsi in carcere), non era presente all'udienza, ma dichiarò alla stampa tramite il proprio avvocato che nel 2012 avrebbe presentato puntualmente la sua dodicesima domanda di rilascio. Anche quest'ultima richiesta di scarcerazione anticipata è stata rifiutata nell'aprile 2012 dalle autorità della California. All'età di 76 anni, Manson dovrà attendere almeno altri 15 anni prima di poter presentare un'ennesima domanda per ottenere la libertà anticipata. L'uomo si dichiara "pentito" del suo passato.
MissPrice.
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