BIID ossia “Disturbo dell’identità dell’integrità biologica”






Oggi vorrei parlarvi della patologia, nota come “Disturbo dell’identità dell’integrità biologica” (BIID, nella sigla inglese),
Alla maggior parte delle persone sembra una follia che degli individui desiderino farsi tagliare parti sane del proprio corpo, generalmente arti; invece gente con questa sindrome esiste, anche se rara. Alcuni di questi soggetti si mutilano da soli utilizzando una sega o un ascia, ma in maggioranza dei casi essi richiedono l’intervento di terzi, solitamente di un chirurgo.



Il BIID riguarda soggetti che affermano di non sopportare più un proprio arto, o un’altra parte corporea, ritenendoli inutili o fonte di insopportabile disagio esistenziale.
Si tratta di un disturbo psichico grave, per il quale le interpretazioni degli psichiatri non sono univoche:
  • per alcuni alla base vi sarebbe il patologico desiderio di procurarsi un’amorosa attenzione del tutto assente nell’infanzia;

  • per altri è la convinzione di avere un “corpo sbagliato” rispetto alla loro identità percepita;

  • per altri ancora il BIID è una deviazione sessuale per la quale il moncherino viene visto in chiave erotica. Quest'ultima ipotesi è chiamata Apotemnofilia, e cioè, come detto prima, il desiderio su base sessuale di avere uno o più arti amputati o di apparire come se così fosse.

Un’ ipotesi più sottile è che nel cervello degli affetti da questo disturbo mancherebbe la rappresentazione nella corteccia cerebrale dell’arto, che per questo si rifiuta di avere.
In tal caso l’arto fisicamente presente è vissuto “come se fosse di un altro”.
Questa sensazione di estraneità potrebbe averla più o meno transitoriamente anche chi ha subito un ictus cerebrale.
In questo caso l'interpretazione psicoanalitica diventerebbe un fattore neurologico.

Molto spesso i pazienti affetti da BIID esigono di essere amputati da un chirurgo ritenendo l’intervento mutilante un loro diritto.
Per alcuni giuristi questa pretesa, pur essendo raccapricciante, è effettivamente un loro diritto, essendo la richiesta non diversa da quella di coloro che si rivolgono ad un chirurgo per modificare il proprio aspetto estetico. A loro avviso, infatti, questa esigenza non è improvvisa, ma assodata nel tempo e il paziente è adeguatamente informato dei rischi che può correre con l’amputazione.
                                                                
                                                               

All’opposto, altri esperti, ritengono inaccettabile la richiesta di eliminazione di una parte anatomica sana e pensano, invece, che sia necessario proteggere il soggetto con BIID dai suoi propositi autolesionisti.
Questi specialisti, inoltre, non escludono la possibilità che la ricerca psiconeurologica possa consentire terapie efficaci per far guarire il paziente dal disturbo; rimedio di cui i soggetti già operati, ovviamente, non potrebbero beneficiare.
Purtroppo però, molti dei soggetti con il disturbo non si ritengono malati e non vogliono essere curati.


E a voi piacciono i vostri arti? :D


Buonanotte. MissPrice.




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